Con occhi nuovi #6: la basilica di S. Ambrogio

Basilica di S. Ambrogio
Piazza Sant’Ambrogio, Milano, architettura romanica
Molto…
Tra i modernissimi grattacieli della “Milano bene”, capitale italiana dell’economia e prima vetrina della moda, si nasconde uno dei più importanti monumenti architettonici dell’arte romanica: si tratta della basilica di S. Ambrogio. Edificata nel IV secolo, subito dopo la morte del Padre della Chiesa Ambrogio, fu completamente ristrutturata nell’XI secolo prendendo la conformazione che conserva ancora oggi. Pur non essendo il più antico esempio del filone dell’arte romanica, senza dubbio ne rappresenta uno degli apici, per la coerenza delle sue soluzioni e per la sua incredibile magnificenza.

… ha da raccontare…
Grandi studiosi del settore hanno speso fiumi di parole per raccontarne la storia, comprenderne il valore, descriverne la struttura e coglierne la rilevanza, tanto è affascinante la soluzione compositiva che la caratterizza. La basilica ambrosiana, infatti, fu organizzata secondo un sistema di moduli che sfruttò in maniera oculata gli elementi strutturali dell’edificio in modo tale che alla funzionalità irrinunciabile dei pilastri portanti e delle volte, fosse associata anche un’eleganza estetica tutt’altro che grossolana. A pilastri forti si alternano pilastri deboli e la parete viene traforata attraverso un’ingegnosa soluzione, i matronei, che permettono ad una quantità maggiore di luce di entrare nella chiesa ed alleggeriscono in maniera importante il peso della copertura. Fu così possibile innestare delle innovative volte a crociera, in questo caso costolonate, cioè rinforzate, e inaugurare la felice stagione del cosiddetto Romanico, che perdurerà, con caratteristiche specifiche per ogni regione, fino agli inizi del XIII secolo.

… S. Ambrogio
Molto ha da raccontare S. Ambrogio, ma lasciando da parte le descrizioni tecniche, ci basti guardare alla sua capacità di lasciare i visitatori a bocca aperta anche solamente con quella surreale atmosfera calma e di penombra, di religioso silenzio, per lasciarci coinvolgere, come se, entrando, il tempo si fosse fermato e si venisse a far parte di una comunità invisibile di fedeli che in quel luogo, da secoli, trovano una casa per la preghiera.

Da cosa verrà tanta bellezza? Perché è così ben riuscita la basilica di S. Ambrogio? Sarà la perfezione formale, o il rigore geometrico? La cosa sorprendente è che questo meraviglioso gioiello architettonico è tutt’altro che perfetto! A ben guardare, infatti, le volte delle navate laterali sono piuttosto storte, le chiavi di volta decentrate e i capitelli dei pilastri tutti diversi. Nel cantiere medievale di S. Ambrogio si sapeva bene che non è nel dettaglio che si raggiunge l’obiettivo; non nei cavilli che si arriva al cuore del Vangelo, non nella coerenza che si centra il senso della vita. In un’omelia di qualche tempo fa, don Fabio Rosini diceva che “è più facile credere ai nostri peccati che alla salvezza di Dio”. Se ci fermassimo a guardare tutte le fatiche che ci si buttano davanti ogni giorno, se non andassimo oltre quei limiti che noi stessi, la vita, le circostanze, la storia, ci impongono, non costruiremmo neanche una piccola capanna. Invece, se lasciamo che l’ultima parola non sia la nostra, se aspettiamo a vedere come il nostro impegno prenda una piega come neanche credevamo possibile, allora inizieremo a dar vita al cantiere e piano piano, non con la nostra bravura ma con la Provvidenza, prenderà forma una bellissima basilica, dove il particolare ha ceduto il posto all’essenziale.
